© Helvetas Swiss Intercooperation
Bern - 18 febbraio 2016

Tagli al budget miopi e inadeguati

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Il Consiglio federale non mantiene le promesse di aumentare progressivamente l'aiuto allo sviluppo. Nella cooperazione allo sviluppo, intende in effetti risparmiare laddove la sofferenza e le cause delle migrazioni possono essere combattute più efficacemente.

Comunicato stampa di Alliance Sud

Nel suo Messaggio sulla cooperazione internazionale 2017–2020, il Consiglio federale opera dei tagli drastici nella cooperazione allo sviluppo bilaterale e a lungo termine. L’obiettivo che si era auto-fissato di consacrare lo 0,7% del reddito nazionale lordo (RNL) all’aiuto allo sviluppo appare sempre più lontano. Alliance Sud critica il fatto che, in una situazione internazionale tesa, si risparmi sulle spalle della prevenzione della povertà, dei conflitti e delle altre cause delle migrazioni.

Il Consiglio federale ha già ridotto il budget 2016 della cooperazione allo sviluppo di più di 115 milioni di franchi. Oggi nel suo Messaggio sulla cooperazione internazionale 2017–2020, opera ancora altri tagli drastici. Contraddice così la decisione del Parlamento di stanziare lo 0,5% del reddito nazionale lordo (RNL) per la cooperazione pubblica allo sviluppo. Inoltre, sul piano internazionale, la Svizzera ha ripetuto più volte che puntava all’obiettivo dello 0,7% del RNL per la cooperazione allo sviluppo. Con il Messaggio presentato oggi, non sarà superato lo 0,48% entro il 2020.

I tagli non toccano nello stesso modo tutti i crediti quadro contenuti nel Messaggio. Così i crediti quadro per l’aiuto umanitario e la cooperazione economica della Segreteria di Stato dell’economia (Seco) supereranno nel 2017 il livello del 2015. Viste le numerose crisi e sfide globali, il bisogno di aiuto umanitario d’urgenza è indiscutibile. Ma il Consiglio federale vuole risparmiare massicciamente sulla cooperazione allo sviluppo bilaterale e a lungo termine. Qui il livello del 2015 non verrà raggiunto entro il 2020. Alliance Sud lo considera un grave errore perché solo la cooperazione allo sviluppo a lungo termine combatte le cause strutturali della povertà e della miseria e serve a prevenire le crisi e i conflitti. Infine, questi tagli significano che la Svizzera si limita sempre di più ad attività reattive, invece di investire nella prevenzione di possibili crisi future.

Per quanto riguarda il contenuto, il nuovo Messaggio sulla cooperazione internazionale punta sulla continuità. Nonostante vi siano consacrati mezzi nettamente minori, la lotta contro la povertà rimane l’obiettivo principale. L’accento regionale sull’Africa sub-sahariana, dove si trovano 34 dei 48 paesi più poveri, ha senso. Salutiamo pure l’orientamento del Messaggio verso l’Agenda 2030 dell’ONU per lo sviluppo sostenibile, adottata nel 2015, che deve servire come quadro di riferimento per la cooperazione internazionale della Svizzera. La lotta contro la povertà non può riuscire che se tutte le dimensioni della sostenibilità sono prese in considerazione.

Di fatto, il Consiglio federale fatica a fissare delle priorità strategiche e a concentrare l’uso dei mezzi ridotti. Non vuole ritirarsi da nessun paese. A questo proposito il Comitato di sviluppo dell’OCSE (DAC) ha già criticato nel 2013, nel suo ultimo rapporto periodico sulla Svizzera, la frammentazione della cooperazione svizzera allo sviluppo verso troppi paesi. Il motivo principale di questa dispersione è che la Svizzera vuole essere presente, con i fondi dello sviluppo, in più paesi possibili per servire anche interessi di politica estera ed economica. Non è un caso che si parli proprio adesso di fare di nuovo cooperazione allo sviluppo in Eritrea, in cambio del rinvio dei richiedenti asilo. Visti i tagli drastici previsti, la Svizzera rischia di marcare la sua presenza in molti paesi in via di sviluppo con un budget minimo, ma, come piccolo attore, di non poter svolgere un gran ruolo.

PS. Il nuovo credito quadro non è direttamente paragonabile a quello del 2013-2016!

Primo, i costi del personale, i costi fissi e di funzionamento non sono adottati con il credito quadro, ma con il budget generale del DFAE o del Dipartimento dell’economia. Paragonare le cifre diventa quindi molto più difficile.

Secondo, per la prima volta, il credito quadro sulle misure di promozione della pace e la sicurezza umana è integrato nel Messaggio sulla cooperazione internazionale 2017-2020. Il volume intero del Messaggio comprende quindi, per la prima volta, cinque crediti quadro, mentre il periodo del Messaggio in corso ne comprende quattro.

Per ulteriori informazioni:
Mark Herkenrath, direttore di Alliance Sud, 078 699 58 66
mark.herkenrath@alliancesud.ch   

Matthias Herfeldt, Direttore comunicazione, addetto stampa Helvetas, 044 368 65 48
matthias.herfeldt@helvetas.org