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Berna - 22 maggio 2017

Switzerland first! Una commissione vuole ridurre la cooperazione internazionale

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Una stretta maggioranza della Commissione delle finanze del Consiglio nazionale esige nuovi tagli nella cooperazione allo sviluppo. D’ora in poi, questa dovrebbe ammontare a meno dello 0,5% del reddito nazionale lordo – il che finirebbe per nuocere alla Svizzera stessa.

Comunicato stampa dell'organizzazione di sviluppo Alliance Sud, sostenuta da Helvetas ed altre grandi organizzazioni umanitarie svizzere.

Nel 2010 il Consiglio degli Stati aveva dato il nulla osta ad un credito supplementare per la cooperazione allo sviluppo. Il Consiglio nazionale gli aveva dato seguito poco dopo. Lo scopo era di aumentare gradualmente l’aiuto pubblico allo sviluppo (APS) della Svizzera allo 0,5% del reddito nazionale lordo (RNL) – all’epoca era solo allo 0,4%. Il consenso internazionale esige perfino lo 0,7%.

Adesso una corta maggioranza della Commissione delle finanze del Consiglio nazionale vuole annullare nuovamente la decisione del Parlamento. Esige che le spese di sviluppo della Svizzera non rappresentino più una percentuale minima dello 0,5% del RNL, ma dipendano dallo stato delle finanze federali. Eppure quello che può sembrare sensato dal punto di vista della politica finanziaria nuoce gravemente alla reputazione della Svizzera come partner affidabile.
Con questa mozione, la Commissione delle finanze apre chiaramente la strada ad altre misure di risparmio sulle spalle della lotta contro la povertà. Perché di fatto l’obiettivo dello 0,5% non è già più in vigore: nel programma di stabilizzazione 2017 – 2019, la cooperazione allo sviluppo porta già più di un quarto del fardello. Nel quadro di questo programma di risparmi, il Consiglio federale ha già tagliato le spese future di sviluppo allo 0,48%.

Inoltre nel budget 2018 e nella pianificazione finanziaria 2019 – 2021, il Consiglio federale vuole imporre altri tagli alla cooperazione allo sviluppo che vanno ben oltre quelli già decisi. Bisogna aspettarsi che forze conservatrici di destra esigano tagli ancora più drastici in Parlamento.

Alliance Sud, la comunità di lavoro delle organizzazioni svizzere di sviluppo, considera questi piani insensati da vari punti di vista. La cooperazione allo sviluppo non è solo l’espressione della solidarietà e della tradizione umanitaria della Svizzera, ma contribuisce anche ad impedire l’estremismo violento, le guerre civili e potenziali crisi dei rifugiati future. Tagli nella cooperazione allo sviluppo mettono così a repentaglio interessi importanti della Svizzera e ledono la sua reputazione internazionale. Infine condizioni stabili nei paesi in via di sviluppo sono benefiche anche per l’economia estera della Svizzera.

Già oggi la Svizzera è la principale beneficiaria dei propri fondi di sviluppo. Ciò è dovuto alle spese di accompagnamento dei richiedenti asilo in Svizzera, che recentemente sono aumentate. Anche questi costi sono contabilizzati dal Consiglio federale come aiuto pubblico allo sviluppo - il che è assurdo - e nel 2016, rappresentavano già il 20% delle spese.
Inoltre i soldi della cooperazione della Confederazione vanno in progetti internazionali di protezione del clima invece che nella formazione, la salute e il sostegno alla società civile nei paesi fragili. Senza conteggiare queste spese fuori luogo, la parte della cooperazione allo sviluppo vera e propria e dell’aiuto umanitario rappresentava, nel 2016, solo lo 0,39% del RNL.

Per ulteriori informazioni:
Eva Schmassmann, Alliance Sud, 031 390 93 40