© Helvetas Swiss Intercooperation
Berna - 10 maggio 2017

La Svizzera si sottrae alla propria responsabilità

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Il rapporto pubblicato oggi dal Consiglio federale sui contributi svizzeri al finanziamento internazionale del clima delude da cima a fondo. Non dice come la Svizzera mobiliterà circa 1'000 milioni di franchi in più all’anno entro il 2020, secondo il principio di “chi inquina paga”.

Comunicato stampa dell'organizzazione di sviluppo Alliance Sud, sostenuta da Helvetas ed altre grandi organizzazioni umanitarie svizzere.

Nel 2015, il Consiglio nazionale aveva invitato il Consiglio federale, in un postulato di commissione (15.3798) a “presentare quali contributi la Svizzera potrebbe essere tenuta a versare a partire dal 2020 a titolo di finanziamento delle misure contro il cambiamento climatico e a specificare le modalità di finanziamento di detti contributi”. Sulla base dell’impronta climatica e della potenza economica della Svizzera, entro il 2020 mezzi supplementari per più di 1'000 milioni di franchi all’anno potrebbero essere attesi dal nostro paese.

Il finanziamento del clima è un elemento centrale dell’accordo di Parigi sul clima del 2015. È solo con il sostegno finanziario dei paesi dell’OCSE che i paesi più poveri e più colpiti dal cambiamento climatico potranno avviare urgentemente le misure necessarie a mantenere il riscaldamento climatico globale “nettamente sotto i due gradi Celsius” e adattarsi al cambiamento climatico.

Nel rapporto pubblicato oggi, il Consiglio federale getta fumo negli occhi del Parlamento. Minimizza l’ammontare dei contributi svizzeri e fa finta di dimenticarsi che finora la Svizzera non ha elaborato una soluzione accettabile. “Il Consiglio federale non assume il suo ruolo di leader”, ammonisce Jürg Staudenmann, esperto del dossier clima di Alliance Sud, e aggiunge: “invece di analizzare approcci secondo il principio di chi inquina paga per mobilitare nuovi mezzi, attinge sempre più nella cassa, già in diminuzione, della cooperazione allo sviluppo. Cinque anni fa eravamo più avanti!”

Già nel 2011, il Consiglio federale aveva fatto valutare, in un rapporto interdipartimentale, le possibilità per la Svizzera di mobilitare i mezzi necessari secondo il principio chi inquina paga. Le sei opzioni esaminate sono però rimaste segrete fino alla fine del 2016. Invece, i contributi svizzeri al “Green Climate Fund” e ad altri fondi, che ammontano a milioni, sono stati attinti dal budget della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC), a scapito della lotta contro la povertà. Alliance Sud si è espressa in proposito nel dicembre 2016.

Adesso la palla è nel campo del Parlamento. Alliance Sud esorta la commissione di politica estera competente ad esigere dal Consiglio federale che assuma il suo ruolo di leader ed elabori altre opzioni innovative e promettenti di futuro.

Per ulteriori informazioni:
Jürg Staudenmann, responsabile politica climatica presso Alliance Sud
(juerg.staudenmann@alliancesud.ch / 079 152 41 72)