© Helvetas Swiss Intercooperation
Zurigo - 17 gennaio 2017

Helvetas dice no alla Riforma III dell’imposizione delle imprese

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La Riforma III dell’imposizione delle imprese, su cui gli elettori saranno chiamati a votare il prossimo 12 febbraio, sostituisce un regime fiscale pessimo con un altro che potrebbe creare nuove scappatoie. A pagarne le spese, tra gli altri, anche i paesi più poveri. Per questo, Helvetas raccomanda di respingere il testo della riforma.

Dal punto di vista della politica di sviluppo, il fatto che la Svizzera, anche se solo a causa della pressione internazionale, intenda abolire gli esistenti privilegi per le aziende è un segnale positivo. Il modello proposto dalla Riforma III dell’imposizione delle imprese deve infatti adattare la politica fiscale ai nuovi standard internazionali dettati dall’OCSE, dall’UE e dal G20, che eliminerebbe il paradiso fiscale svizzero per le imprese. Ma la maggioranza borghese in Parlamento ha utilizzato la riforma per sostituire vecchi regimi fiscali con nuovi e per alimentare ulteriormente la concorrenza fiscale tra i Cantoni.
 
Il testo della riforma non prevede alcun miglioramento per la cooperazione allo sviluppo. Gli sgravi fiscali cantonali previsti sugli utili, e specialmente la proposta di nuovi regimi fiscali speciali, crea incentivi aggiuntivi per le imprese di trarre profitto dai trasferimenti degli utili non tassati dai paesi in sviluppo alla Svizzera. I “Patent box”, l’“imposta sui ricavi con deduzione degli interessi”, le detrazioni fiscali per la ricerca e lo sviluppo e l’imposta sul capitale potrebbero in linea di principio essere utilizzati come strumenti per lo spostamento dei profitti. L’introduzione della così detta “Patent box” per la ricerca e lo sviluppo porterebbe ad un trattamento fiscale privilegiato dei redditi derivanti da brevetti e diritti comparabili. Questi strumenti causano danni disastrosi nei paesi in sviluppo. Secondo le stime del Fondo Monetario Internazionale (FMI), questi paesi perderebbero ogni anno oltre 200 miliardi di dollari attraverso l’evasione fiscale delle imprese.

I paesi in sviluppo pagano doppiamente il conto della riforma
I nuovi privilegi fiscali, per essere conformi all’OCSE, si applicano anche alle società nazionali. Per questo, si stimano perdite fiscali per la Confederazione di oltre 1,5 miliardi di franchi all’anno, e ulteriori miliardi di perdite per i Cantoni. Il previsto aumento dei contributi cantonali alle imposte federali dirette provoca un buco nelle casse federali e aggrava la pressione sui risparmi nell’ambito della cooperazione allo sviluppo pubblica. Pertanto, i paesi in sviluppo pagano doppiamente le conseguenze della riforma. In una prospettiva di politica di sviluppo questo non è giustificabile in nessun modo.

Il Consiglio federale e il Parlamento hanno perso l’occasione di abolire i privilegi fiscali e di creare un sistema fiscale più equo a favore dei paesi in sviluppo. La proposta di legge non elimina le ingiustizie e inoltre porta a ulteriori misure di austerità nel settore pubblico. Se gli elettori rifiuteranno la riforma, il Consiglio federale dovrà presentare in tempi brevi un nuovo progetto di legge che incontri il consenso della maggioranza, poiché l’OCSE richiede alla Svizzera di abolire definitivamente i privilegi fiscali per le società holding, le società di domicilio e le società miste entro il 2020. L’abolizione dei privilegi consentirebbe di ottenere i fondi necessari per i paesi in sviluppo, che spettano loro di diritto. Pertanto Helvetas sostiene il referendum e raccomanda di respingere il testo della Riforma III dell’imposizione delle imprese.

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Gloria Spezzano, addetta alla comunicazione, tel: 091 820 09 07; 076 693 3340
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